soloillustratori

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venerdì 30 gennaio 2015

A ritroso nel tempo

Vediamo un po' di storia:


Il blog IlclandiMariapia, nato un paio di anni fa, così come questo, www.soloillustratori.blogspot.it, nascono da una radice comune : l'amore per i libri, in particolare per quelli della nostra infanzia, e per gli illustratori, coloro cioè che proprio in quella felice stagione della nostra vita in cui imparavamo a conoscere il mondo, sollecitavano la nostra fantasia e alimentavano i nostri sogni con "le figure". I "libri con le figure", come li chiamavamo alloraerano il regalo per un compleannoper la Prima Comunione, la sorpresa di S.Lucia, o semplicemente il dolce passatempo quando una noiosa influenza ci costringeva a letto per qualche giorno. Anche nei libri di scuola c'erano immagini semplici, familiari, rassicuranti, che in qualche modo sono rimaste impresse nella nostra mente in maniera indelebile.






Ritrovarle a distanza di anni, riconoscerle e associarle a quella stagione, ci ha fatto provare grande emozione e il desiderio di saperne di più, di conoscere i nomi degli autori, i loro profili, le loro storie .

Il clan di Mariapia è nato proprio così, dall'incontro occasionale di persone che erano alla ricerca di un tempo apparentemente perdutoma virtualmente ricuperabile, e che si sono adoperate ciascuna a suo modo per far rifiorire quella stagione : Dindi e Lilia tra mercatini ed e-bay, Angelo e Claudia con le magie del computer, Paola e Donatella con "edizioni speciali".






Siamo stati , a mio parere, bambini fortunatipiù di quanto forse lo siano state le generazioni successive, che hanno avuto sicuramente di più, ma nella quantità hanno perso un po' il gusto della qualità, e certamente più fortunati di quanto siano state le generazioni di bambini che ci hanno precedutoche probabilmente non hanno mai provato il piacere di tenere tra le mani "un libro con le figure" fatto apposta per loro.




Se non vi siete ancora addormentati dopo questo lungo preambolo, ne capirete lo scopo se verrete con me a ritroso nel tempo per ricordare la lunga storia dei libri e delle figure,in particolare quella dedicata ai bambini.



Uno degli eventi più incisivi nella storia dell'umanità, a mio parere, quantomeno  per quanto riguarda l'Europa, fu l'invenzione della stampa a caratteri mobili ideata nel 1456 da Johann Gutenberg. In Cina esisteva già dal 1041, grazie alla tecnica dell'inventore cinese Bi Sheng. 
Il procedimento di stampa di Gutenberg consisteva nell'allineare i singoli caratteri in modo da formare una pagina, che veniva cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta o pergamena.
L'innovazione stava nella possibilità di riutilizzare i caratteri: fino ad allora veniva usata la tecnica della xilografia, in cui le matrici di stampa venivano ricavate da un unico pezzo di legno, che poteva essere impiegato solo per stampare sempre la stessa pagina, finchè non si rompeva, cosa che accadeva assai spesso.
(da Wikipedia)





I primi documenti stampati con la tecnica dei caratteri mobili e realizzati tra la metà del XV secolo e l'anno 1500 incluso vengono definiti con il termine incunabulo, che deriva dal latino incunabulum, che significa "in culla".
Secondo alcuni studiosi la definizione può essere estesa anche a edizioni realizzate nei primi vent'anni del Cinquecento.
Generalmente gli incunabuli non presentano un frontespizio, ma solo un'indicazione, spesso approssimativa, che riporta il nome dell'autore dell'opera e un titolo nell'incipit.
L'incunabulo più antico  è la Bibbia di Gutenberg, in latino, così chiamata perchè stampata dallo stesso Gutenberg tra il 1452 e il 1455.







 Nel Cinquecento nasce praticamente l'editoria. La diffusione della carta, prodotta con la pasta di stracci, favorisce lo sviluppo della stampa. I libri vengono prodotti artigianalmente e in diversi formati. Il frontespizio diventa la pagina più importante del libro e contiene tutti i suoi elementi identificativi dell'opera: autore, titolo e note tipografiche.
Nel Seicento aumentano le stamperie e molti libri si caratterizzano per le elaborate incisioni in rame. La produzione consiste principalmente in testi a carattere religioso o scientifico riservata a un'utenza limitata e dotta. Accanto ai libri in latino, incominciano ad apparire stampe in lingua nazionale.

Se il '600 aveva visto in Europa il predominio dei Paesi Bassi nell'arte dell'editoria, nel '700 è la Francia ad imporsi con la messa a punto di nuove tecniche di stampa, l'utilizzo di caratteri più semplici ed eleganti rispetto ai modelli barocchi e riservando sempre più attenzione alla funzione dell'illustrazione nell'architettura della pagina. La grande fioritura dell'erudizione e delle scienze e la diffusione delle idee illuministiche culmina nella Encyclopédie.





Se al di là dell'aspetto estetico volessimo analizzare il contenuto dei libri che si vanno diffondendo in Europa in quel periodo storico, non riusciremmo proprio a trovare molti testi o immagini pensate e destinate ai bambini.

In realtà nella società di allora non c'era la consapevolezza della differenza tra l'infanzia e le altre stagioni della vita. Era come se l'infanzia non esistesse  dal momento che non rappresentava una precisa categoria sociale, e di conseguenza non poteva esistere una produzione letteraria ad essa dedicata.

Anche la pubblicazione nel 1697 in Francia dei Racconti di Mamma Oca di Perrault, che è considerato da molti il capostipite del filone della fiaba, è in realtà la trasposizione in un contesto letterario di quella che era stata fino ad allora semplice tradizione orale; le fiabe narrate, per il loro contenuto "morale", pur essendo destinate ad un pubblico adulto, verrano successivamente adattate con chiare finalità educative a utenti più giovani. 

Allo stesso modo molti libri apparsi nel '700, in particolare racconti di viaggio e d'avventura, come il Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe, I Viaggi di Gulliver (1726) di Jonathan Swift e Il Barone di Munchhausen (1785) di Rudolf Raspe, diventeranno dei classici della letteratura per ragazzi solo molto più tardi, mentre l'intento degli autori era quello di rappresetare allegoricamente i tratti salienti della società e dei costumi del loro tempo.

Siamo arrivati così alle soglie dell'Ottocento, un secolo molto importante sia per il progresso della scienza e della tecnica che lo contraddistingue, sia per l'affermazione della pedagogia come scienza dell'educazione autonoma rispetto alla filosofia. Il bambino e l'adolescente non vengono più considerati come forme imperfette di adulto, ma come individui con caratteristiche, bisogni e potenzialità distinte.
Nonostante la sua progressiva diffusione, per secoli il libro era stato un bene destinato esclusivamente ad un pubblico adulto.






Dal punto di vista dell'editoria, nell'Ottocento si assiste alla trasformazione delle tecniche di stampa e si individuano nuovi procedimenti per la fabbricazione della carta, fatta ora con la pasta di legno. Il torchio viene sostituito con la macchina piana da stampa e la composizione dei caratteri non viene più fatta a mano ma utilizzando le macchine compositrici.
Il livello di alfabetizzazione si innalza progressivamente e aumenta la richiesta di libri.

Parallelamente  la figura del bambino emerge da una sorta di limbo per collocarsi al centro di un progetto di formazione pedagogica che prevede anche l'uso di strumenti didattici, tra cui appunto il libro.

Purtroppo nel nostro Paese anche nell'Ottocento si registrano ancora altissimi livelli di analfabetismo. Si calcola che all'epoca dell'unificazione, intorno al 1860, la percentuale di analfabeti nella penisola fosse superiore all'80%. In tali circostanze è difficile pensare che possa svilupparsi una vera e propria letteratura per ragazzi!
Tuttavia qualcosa si muove :

La diffusione del Romanticismo in Italia e in altri Paesi dell'Europa, con  il rinnovato interesse per il folklorediede impulso alla creazione o rivisitazione per i bambini di  miti, fiabe e leggende tratte dalla tradizione popolare orale, da raccogliere e stampare in libricome ad esempio Le fiabe dei fratelli Grimmma furono pubblicate anche creazioni letterarie completamente estranee alla tradizionecome le fiabe del danese Hans Christian Andersen, le mie preferite.





Già ho detto come alcuni prodotti letterari del '700, inizialmente destinati ad un pubblico adulto, siano rientrati più tardi nella storia della letteratura per ragazzi per via dei temi trattati, viaggi e avventure. Il romanzo d'avventura ebbe grande successo nell'800 in Europa con Alexandre Dumas e i  suoi Moschettieri prima, e poco più tardi, con Jules Verne e i suoi romanzi a sfondo scientifico ; da oltre oceano arrivavano i romanzi di James F.Cooper che raccontavano della vita di frontiera e del Far West, come L'ultimo dei Mohicani.






Ad ampliare gli orizzonti e i contenuti di libri destinati ai più giovani venivano trattati anche temi come il razzismo  e la condizione dei neri americani - si pensi al successo di libri come La Capanna dello zio Tom - oppure allo sfruttamento del lavoro minorile e alle numerose ingiustizie sociali raccontate da Charles Dickens nei suoi romanzi.

Anche la letteratura italiana ebbe in Emilio Salgari un grande narratore di avventure esotiche, scritte in circa ottanta romanzi suddivisi in vari cicli.

In Italia gli anni d'oro per lo sviluppo di una vera e propria letteratura per ragazzi si collocano intorno all'unificazione nazionale.
Nel 1878 un maestro del verismo, Luigi Capuana, pubblicò Scurpiddu, il suo più famoso e riuscito racconto tra i molti libri di fiabe espressamente dedicati ai bambini, ma fu Carlo Lorenzini, in arte Collodi, a scrivere un autentico capolavoro della letteratura infantile di tuttti i tempi, Le avventure di Pinocchio, pubblicato prima a puntate sul "Giornale per i bambini" tra il 1881e 1883 e poi in volume nel 1883 , conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.






Pochi anni dopo la pubblicazione di Pinocchio, nel 1886 uscì in Italia un altro libro per l'infanzia di grande successo, "Cuore" di Edmondo De Amicis, in cui, attraverso le pagine del diario scolastico di uno studente di terza elementare, si narravano in toni melodrammatici  storie di dirittura morale, senso del dovere e amor patrio.




Il tema del diario tornerà qualche anno dopo, ma con uno spirito completamente diverso, in un altro libro di grande successo, " Il giornalino di Gian Burrasca" di Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli), la divertente storia di un ragazzino ribelle che ne commette di tutti i colori.





Nonostante le date sopra riportate possano sembrare molto lontane nel tempo, mi rendo conto che questi ultimi sono prorio i libri della mia infanzia, libri che ho letto e riletto e conservato con cura. Sono parte di me, della mia storia, e un po' anche di quella dei miei figli. 

Di tutto quello che si è scritto e pubblicato dopo per l'infanzia so molto poco, perciò lascio che a raccontarlo siano quelli più esperti di me. Per rispettare però lo scopo annunciato di questa chiacchierata- raccontare la storia del libro e delle figure- vorrei dedicare un po' di spazio ai libri illustrati.
 



 Il più antico libro illustrato per bambini che si conosca è l'Orbis sensualium pictus, pubblicato in latino già nel 1658 dall'educatore protestante John Amos Comenius.
E' il primo "sussidiario" della moderna didattica elementare. Si tratta di una piccola enciclopedia del sapere, una specie di compendio delle conoscenze elementari: gli elementi naturali, gli animali, i vegetali, l'uomo, la casa, gli strumenti per rappresentare il tempo e lo spazio, la lettura e la scrittura, la famiglia , la città, ecc.
Ogni unità didattica è formata da tre sezioni:le figure, le nomenclature, le descrizioni.

Un'iniziativa geniale ma che dovrà attendere a lungo prima di far proseliti...

Pinocchio e Gian Burrasca furono le prime opere per l'infanzia italiane illustrate, secondo un modello molto diffuso in Francia e soprattutto in Gran Bretagna.
A cavallo fra il XIX e il XX secolo l'editore Antonio Donah, a Genova, affiancò sulla pagina le immagini alle parole anche per i romanzi di Salgari.




L'importanza dell'immagine nei libri destinati ai bambini e ai ragazzi veniva tenuta in sempre maggior considerazione, tanto che si affermò la consuetudine del libro illustrato, anche per i più piccoli.

In quel lungo percorso iniziato dal lontano Orbis sensualium pictus fino alle immagini sempre più raffinate dei libri attuali, all'inizio degli anni '50 , quelli della mia generazione sono stati, come ho già detto all'inizio di questo lavoro, particolarmente fortunati, come testimoniano i "tesori" raccontati in questo blog e in quelli ad esso gemellati.





Le figure, prima ancora delle parole, erano le nostre allegre compagne.

Figure,figure,figure... ma se proprio ci piace andare a ritroso nel tempo, perchè non fare un passo un po' più lungo,andare un po' più in là, a cercare figure prima ancora della stampa a caratteri mobili ?!?  
Mi è venuta un'idea...



 



















mercoledì 28 gennaio 2015

Charles E. Brock

Charles Edmund Brock era un disegnatore ed illustratore di libri molto conosciuto in Inghilterra a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Era nato a Londra nel 1870, primo di quattro fratelli tutti artisti.
La famiglia si trasferì poi a Cambridge dove per qualche tempo Charles studiò arte sotto la guida dello scultore Henry Wiles.
Ricevette il suo primo incarico a soli 20 anni e raggiunse un notevole successo illustrando libri di autori noti come Jonathan Swift, William Thackery, Jane Austen, Charles Dickens and George Eliot. Collaborò anche con numerose riviste come  The QuiverThe Strand e Pearsons.

Brock è conosciuto soprattutto per i suoi disegni, ma era anche un bravo acquarellista. Lui e i suoi fratelli avevano a Cambridge uno studio dove raccoglievano mobili antichi, stampe e costumi in particolare dell'epoca Regency, a cui si ispiravano per illustrare i libri.

Brock smise di pubblicare i suoi lavori nel 1910. Morì il 28 febbraio 1928.
Il suo stile variava in funzione della storia che si trovava ad illustrare,dal tratto delicato per le lettrici dall'animo sensibile  di romanzi vittoriani, ai tratti accesi per gli amanti delle avventure di uomini rozzi , alle immagini grottesche dei libri per bambini.


In internet ho trovato tantissime illustrazioni di questo autore, quasi interamente circoscritte ai romanzi di Jane Austen, un'autrice molto apprezzata ed amata ancora oggi da un vasto pubblico, basti vedere la quantità di blog a lei dedicati in ogni paese.

Ho scelto le immagini tratte dal romanzo più noto, Pride and Prejudice, forse perchè proprio quest'estate l'ho riletto con grande piacere; le illustrazione variano in funzione dell'edizione ma la mano di Brock è inconfondibile.





























































lunedì 26 gennaio 2015

John Whitcomb

Non ho ancora parlato di John Whitcomb ( 1906-1988), uno dei migliori illustratori americani del secolo scorso, noto per le sue belle ragazze e per  le coppie di giovani innamorati.
Nato in Oklahoma e cresciuto nel Wisconsin, John si è laureato all'università di stato dell'Ohio. Iniziò il suo lavoro mentre ancora studiava, illustrando giornali per studenti e posters per un teatro di Cleveland. Anche dopo la laurea, disegnò poster di viaggi, per teatri e per pubblicità. Nel 1934 si trasferì a New York e fondò con Al Cooper il Cooper Studio. Egli fu un pioniere nel passaggio dall'olio alla pittura a guazzo per le illustrazioni e ciò portò ad un cambiamento nelle sue immagini. Egli focalizzò sulle persone, generalmente graziose ragazze di città, lasciando ogni altro elemento come sfondo del disegno. Il suo nuovo stile ben presto arrivò a riviste come Collier's weekly e Good housekeeping.
Dopo la guerra Whitcomb produsse una serie di articoli sulle star di Hollywood per Cosmopolitan chiamati "Sul posto con John Whitcomb". Continuò a produrre racconti illustrati e copertine per riviste come Mc Call's e Playboy. Scrisse brevi racconti, due libri per bambini e un libro sul glamour. Fu uno dei fondatori  della facoltà Famous Artists School E disegnò qualcosa anche per la Disney: